Sistemi agricoli tradizionali, sempre più sostenibili

 

La storia dell'agricoltura (più di 10.000 anni) è antica quanto quella dei diversi sistemi agricoli che l'uomo ha utilizzato per sfruttare il territorio in mezzo ai più diversi scenari ambientali o culturali.

Sebbene oggi i sistemi tecnici e di produzione su scala abbiano guadagnato terreno in tutto il mondo per la necessità di soddisfare la crescente domanda di cibo, la verità è che innumerevoli sono le tecniche tradizionali che sono state create, trasformate e mantenute con la conoscenza di innumerevoli generazioni di contadini.

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  • 1 I tre sistemi più diffusi al mondo
    • 1.1 Itinerante, il più arcaico
      • 1.1.1 In viaggio
    • 1.2 La terraferma, tradizionale come il cibo mediterraneo
      • 1.2.1 Pluviale estensivo
    • 1.3 Irrigato, una tecnica senza sosta
      • 1.3.1 Cultura irrigua o monsonica
    • 1.4 Italia, con varietà

I tre sistemi più diffusi al mondo

Questi sistemi agricoli tradizionali, alcuni più sostenibili di altri, condividono lo stesso scopo: garantire la sussistenza delle comunità locali con la coltivazione di vari prodotti e l'uso di strumenti o tecniche rudimentali. Si distinguono principalmente in tre tipologie: itinerante, estensiva pluviale e monsonica.

Itinerante, il più arcaico

Questo è il più arcaico di tutti e responsabile del disboscamento di una grande quantità di foreste.

Itinerante

Conosciuto anche come sistema “taglia e brucia”, consiste nel tagliare la vegetazione e bruciarla per utilizzare le ceneri come fertilizzante e procedere alla semina. Il terreno viene continuamente sfruttato con policolture per il consumo (cereali e ortaggi, principalmente) per tre o quattro anni fino a quando le sostanze nutritive si esauriscono e gli agricoltori si spostano in un altro settore per ripetere il processo. I terreni abbandonati sono pronti per la semina in un tempo stimato di 25 anni.

In Europa questo tipo di agricoltura non è molto diffuso. Persiste nelle regioni a clima tropicale, come l'America, l'Africa e alcune parti dell'Asia.

Secano, tradizionale come la cucina mediterranea

Questo sistema è più amichevole di quello itinerante e dimostra la preoccupazione che gli agricoltori hanno avuto per diversi decenni per la sostenibilità ambientale.

terraferma estesa

Consiste nel dividere il terreno in due parti, facendole ruotare in modo che mentre una coltiva l'altra si riposi e si rifornisca di sostanze nutritive. Questo regime dipende dalle condizioni naturali di ogni luogo e viene effettuato senza un approvvigionamento idrico esterno.

Utilizzato principalmente a causa della scarsità di acqua per irrigare la terra, questo sistema è caratteristico della regione mediterranea della Italia e dell'Europa, dove persistono ecosistemi semiaridi. Precisamente, in questa parte della penisola iberica la terraferma è tradizionale quanto il cibo mediterraneo che si ottiene dai raccolti con questa tecnica: olive, grano, orzo, segale, ceci, lenticchie, tra gli altri.

Irrigato, una tecnica senza sosta

Questo sistema prende il nome dal fatto che è sorto nell'Asia monsonica, dove c'è una grande quantità di pioggia durante tutto l'anno, producendo inondazioni favorevoli per la coltivazione di specie come il riso.

Risicoltura irrigua o monsonica

Questa tecnica, che richiede una grande forza lavoro e l'uso di strumenti tradizionali, avvantaggia un gran numero di famiglie -proprietari e lavoratori della terra- che raccolgono due o tre volte l'anno, poiché la terra non riposa mai.

Italia, con varietà

Sebbene questi tre tipi di agricoltura tradizionale siano i più utilizzati in tutto il pianeta, in paesi come la Italia si può identificare una grande varietà, che si adatta alle usanze ancestrali dei nostri contadini, al clima o all'evoluzione delle conoscenze. L'importante, qualunque sia il sistema scelto, è mantenere il rapporto di rispetto tra produzione e sostenibilità.

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Parisi Rizzo De Bianchi

Mi chiamo Parisi Rizzo De Bianchi e sono appassionato di scrittura.Ho scritto tutti gli articoli con passione e dedizione.

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