Le castagne, frutti gustosissimi che vale la pena di coltivare!
Se penso alle castagne, la prima cosa che mi viene in mente è il profumo dei boschi e l’inizio dell’autunno, quando le giornate sono ancora miti e il sole ci ricorda che non è ancora ora di ritirare le t-shirt. Eleganti, maestosi e bellissimi, i castagni non passano certo inosservati: avete mai pensato di piantare queste piante in giardino, o nell’orto? Se siete amanti delle caldarroste, non ve ne pentirete! Se infatti vi piace andare per i boschi in cerca di castagne da raccogliere e poi cucinare, l’idea che vi propongo è quella di provare a piantare una pianta a casa vostra, per avere la soddisfazione di fare un piccolo raccolto tutto home made!
I castagni hanno bisogno di tanto spazio, la loro caratteristica è proprio l’imponenza, e amano prendersi tante libertà aeree, quindi consigliati solo se si ha abbastanza spazio. Pur essendo frutti (secchi), le castagne non assomigliano molto alla frutta a cui siamo abituati, tant’è che sono rinchiuse in un riccio spinoso. Insomma, sono piante diverse, ma con tanto da raccontare: vediamo insieme come prenderci cura di loro e allevarle!
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Trapianto del castagno: come fare?
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Quando si tratta di castagni, è meglio affidarsi a piante selezionate e in vendita nei vivai, piuttosto che trapiantare esemplari selvatici. Questo perché una volta cresciuti, i primi daranno i loro frutti, mentre i secondi si limiteranno a produrre tanti “filamenti”, i tipici amenti (si chiamano proprio così) che si vedono in primavera e in estate, e che consistono nelle inflorescenze maschili. Non saranno dunque presenti i ricci, o se sì, cadranno o non matureranno. Individuata quindi la pianta giusta, si può pensare al trapianto. Vincono sempre le stesse regole che vi raccomando: fate questa operazione in autunno, quando non fa ancora freddissimo.
Dopo aver scavato una buca profonda il giusto e aver comunque smosso la parte di terreno sottostante, per ammorbidirla, se avete dell’humus fresco o del concime adatto, non esitate a metterlo a disposizione del castagno, immettendolo nel terreno. Dopodiché basta prendere la pianta, smuovere un po’ le radici, posizionarla e ricoprire il buco di terra. Innaffiare abbondantemente per i giorni successivi e il gioco è fatto. Vi consiglio di acquistare piante in vaso piuttosto di quelle con le radici nei sacchetti di iuta o plastica, perché queste ultime hanno un apparato radicale minore e hanno subito più stress. Le piante che acquisterete saranno piccole, certo, non si può pretendere molto, ma in pochi anni cresceranno tantissimo.
Ricordo ancora quando ho piantato il mio castagno proprio al centro del giardino: non era altro che un bastoncino alto quanto me, e con il passare del tempo si è trasformato in una pianta immensa, che tra l’altro produce davvero tanto!
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La maturazione delle castagne
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I ricci sono inizialmente verdi, e mano a mano si colorano di marrone verso fine estate, aprendosi leggermente. Le castagne cadono così al suolo, singole, oppure cade direttamente il riccio, magari non ancora del tutto aperto. Chi è abituato a raccoglierle, sa benissimo che è un’operazione delicata… per le mani! Si usano infatti i guanti e i piedi per aprire i ricci e prendere i frutti. Ammetto che è un momento dell’anno che aspetto con particolare interesse, perché non solo sono ghiotta di castagne, e adoro arrostirle, ma anche perché la raccolta in campagna è sì stancante, ma anche bella. Stare all’aria aperta è sempre una buona idea, ancora di più quando si svolgono attività di questo tipo. Altro che palestra!
Scherzi a parte, la maturazione è quindi intuitiva, e se anche vi capita di prendere castagne ancora giallognole e non proprio marroni, nessun problema: basterà tenerle qualche giorno al sole per farle “abbronzare”! Dopo la raccolta, come si possono conservare? La domanda è più che legittima. Io ho affinato il mio metodo, rendendolo semplicissimo: dopo la raccolta, metto le castagne al sole per un paio di giorni, e poi dritte in frigorifero. Il mio metodo è adatto quando il consumo delle stesse avviene in tempi brevi, nel giro quindi di qualche settimana, perché tendo a consumarle solo nel periodo di produzione, ma in alternativa si possono congelare, anche se non ho mai provato.
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Fare le caldarroste è un arte!
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Non si nasce capaci nel fare le castagne arrostite… ma lo si diventa! Esperimenti dopo esperimenti, posso darvi qualche suggerimento. Con un coltellino apposito incidete la castagna con un taglietto orizzontale, a metà guscio. Poi dovete preparare la brace, e mettere le castagne nella tipica padella forata sul fondo. Muovetele di tanto in tanto, finché non vedete il taglio aprirsi leggermente, con la parte gialla che fuoriesce appena. Per assicurarvi però che siano davvero cotte, bisogna assaggiarle. Per evitare bruciature, o per evitare che le castagne diventino secche, state lontani dalle fiamme alte. Per l’appunto, bisognerebbe usare solo la brace, con al massimo una debole fiamma ancora accesa. Terminata la cottura, prendete dei vecchi fogli di giornale e infagottate le caldarroste. Siete pronti per assaggiarle!
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A presto,
Laura Ravarotto
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