I segreti della potatura
Chi ha le piante da frutto lo sa bene: la potatura è una di quelle operazioni che va fatta se si vuole preservare il benessere dell’albero, ma i meno esperti forse non hanno ben presente se e perché serve davvero far fare un giro dal parrucchiere alle proprie beniamine, quindi in questo articolo cercherò di darvi qualche consiglio utile e rimpinzarvi di curiosità… pronti a impugnare forbici da potatura, cesoie, seghe e motoseghe?
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Prima di tutto bisogna capire qual è il periodo più adatto per potare. Non tutte le piante, infatti, sono uguali, e se per la maggior parte si parla di dicembre, gennaio e febbraio, alcune sono più sensibili di altre. Tra queste, le prime che mi vengono in mente sono i cachi e i cachi mela: il taglio dei rami andrebbe fatto preferibilmente a inizio primavera, quando il freddo è passato. Anche i ciliegi hanno un carattere tutto loro, e non amano essere potati drasticamente, a meno che non sia strettamente necessario, ma comunque mai in inverno, ma piuttosto quando il clima è più mite. Per avere una buona produzione di succulente ciliege sarebbe consigliabile cercare di dare una forma alla pianta e poi toccarla raramente con qualche spuntatina (per esempio se il volume è tale che la chioma inizia a essere di ingombro e ingestibile).
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Prima di iniziare la potatura, però, bisogna sempre preoccuparsi di togliere eventuali residui di frutti marci e di allontanare le foglie ammalate (se presenti, ovviamente). Inoltre, gli strumenti che utilizziamo dovranno risultare puliti, in modo da non trasmettere batteri al momento della potatura. E’ buona regola, poi, utilizzare il mastice per le ferite più corpose e quando ci apprestiamo a fare tagli di rami grossi. Il mastice si comporta come un cerotto e crea una pellicola protettiva che aiuta la pianta a riprendersi e non fa infettare la parte esposta, preservandola.

Ma ora eccoci alla domanda più importante: come si pota? Ognuno ha la sua tecnica, ma in linea generale si cerca di lasciare due, tre, quattro gemme per ogni ramo in salute. La cosa importante è non aver paura di osare: se non lo fate vi ritroverete con piante dai rami lunghissimi e cresciute male e magari con una produzione così imponente da spezzare i rami, rovinando inevitabilmente (e per sempre) l’albero.
Oltre alle potature di routine nei mesi invernali, bisogna ricordarsi che le piante hanno bisogno anche di una spuntatina meno invasiva in estate, quando i succhioni (lunghi rami nuovi che si sviluppano verticalmente) o i rametti che si formano alla base del tronco sono di impiccio alla pianta stessa e le rubano energia preziosa per produrre i frutti.
Cosa farne poi dei rami tagliati? Per esempio li si può smaltire nelle piazzole ecologiche adibite, li si può utilizzare come legna e bruciare, oppure li si può triturare grazie a un bio trituratore, io per esempio mi trovo molto bene con il modello di Ceccato Olindo “Tritone One” che riduce gli scarti legnosi in trucioli che si possono buttare nella terra come concime o utilizzare per proteggere le radici delle piante nel periodo invernale cospargendone il terreno adiacente al tronco.
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Ed eccoci alla fine dell’articolo!
Laura Ravarotto
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