I porri: come coltivarli durante tutto l’anno
Siamo abituati a pensare al porro come a un semplice ortaggio, a volte utilizzato addirittura come alternativa alla cipolla (anche se ha un gusto più dolce e meno invadente), e invece nel Regno Unito, e più precisamente nel Galles, i porri hanno grande considerazione, tanto che sono i simboli nazionali, insieme ai narcisi. In alcuni giorni specifici, vengono addirittura consumati da tutti, nel rispetto delle tradizioni.
Ma le sue origini sono ben più antiche, già gli egizi lo coltivavano, e ha preso molto piede anche nella cultura greca e romana, dove era considerato non solo un cibo afrodisiaco, ma anche protettore della voce e curativo, motivo per cui ha trovato largo impiego anche nel medioevo. Anche da noi, però, i porri sono molto utilizzati, e buonissimi nei risotti, nelle frittate, sulle focacce o mangiati crudi. Coltivare questo ortaggio è molto semplice, ma vanno tenuti in conto piccoli accorgimenti perché il porro dia il meglio di sé e si sviluppi bene sottoterra, senza deluderci.
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Qual è il periodo giusto per trapiantarlo?
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Il trapianto può essere fatto in diversi periodi, e questo è un bel vantaggio, perché ci permette di avere disponibilità di questo ortaggio più volte nell’arco dell’anno. Per esempio, adesso che siamo a luglio, ho nell’orto porri già grandi, pronti all’uso, trapiantati ad aprile e cresciuti in questi mesi. Per averli disponibili anche più avanti, in questi giorni sto sistemando nel terreno delle nuove piantine: tutto questo è possibile grazie alle diverse varietà, che possono essere estive, autunnali o invernali, perfette quindi per ogni bisogno e coltivabili quindi in più periodi. Non ci si può sbagliare, e se siete dei grandi consumatori di porri, li potete tranquillamente coltivare durante tutto l’anno.
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Il trapianto: i consigli giusti per farlo nel migliore dei modi
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È l’operazione più importante di tutte, perché un trapianto fatto a regola d’arte darà dei risultati eccezionali. Per il porro, infatti, ci sono delle semplici ma essenziali azioni da compiere perché fili tutto liscio. Un suggerimento che posso darvi, e che io pratico sempre, è quello di tagliare con una forbice le punte delle foglie lunghe, lasciando un dieci centimetri di pianta. Questo accorgimento è molto furbo, perché ci aiuterà a non interrare, al momento della messa dimora, le foglie, evitando quindi che la parte aerea finisca sottoterra e porti a uno sviluppo stentato del porro o, peggio ancora, alla morte della piantina.
Tagliati e messi nel terreno, i porri risulteranno ben dritti, con le foglie in posizione verticale. Dopodiché bisogna preoccuparsi del terreno: i porri hanno bisogno di profondità, proprio per una miglior crescita sotterranea, quindi dovrete far un solco di almeno una decina di centimetri, per avere un interrimento perfetto ed eventualmente aggiungere del concime specifico. Importante è sapere che il porro ha un ciclo biennale, e che quindi può rimanere nell’orto molto tempo, in generale finché non monta a seme, e quindi inizia a formare dei fiori. In quel caso bisogna raccoglierlo immediatamente!
In generale, comunque, la raccolta è da prevedere dopo quattro mesi dal trapianto, o comunque quando le foglie esterne si presentano belle ingrossate. Per fortuna, raramente il porro andrà incontro a malattie, quindi ha di certo una marcia in più come ortaggio: basta innaffiarlo regolarmente, senza creare ristagni idrici, e otterrete dei risultati spettacolari!
Ho documentato il trapianto dei porri, e qui sotto potete vedere tutte le fasi!
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Alla prossima,
Laura Ravarotto
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