I fagiolini: consigli per avere un raccolto eccezionale!

Ritenuti un alimento di tutto riguardo nell’antichità, i fagiolini hanno conquistato persino gli egizi, che hanno visto in loro il fulcro per l’immortalità. Ma la leggenda più famosa è sicuramente quella di Jack e il fagiolo magico, dove un ragazzo, dopo aver venduto una vacca per un sacchettino di fagioli, subisce l’ira della madre, che arrabbiata lancia dalla finestra i legumi. Il giorno dopo Jack vede nel suo cortile un enorme pianta di fagioli, e una volta arrampicatosi fino in cima, arriva alla dimora di un gigante. Il resto è storia: dopo aver trafugato sacchetti di monete e una gallina dalle uova d’oro, il gigante si accorge dell’intruso e Jack, fuggendo, è costretto ad abbattere la pianta, facendo cadere il suo inseguitore. Da quel momento in poi, la sua vita cambierà e vivrà nell’agiatezza.

Questa storia è molto bella, ma cosa c’entra con i fagiolini? La verità è che questi legumi non sono altro che il baccello verde e acerbo della pianta del fagiolo comune, e vengono raccolti prima che i semi diventino troppo grandi e acquisiscano le caratteristiche, appunto, dei fagioli.

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Varietà e malattie

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Nonostante i fagiolini, detti anche cornetti, siano dei legumi, ciò che raccogliamo è in realtà un frutto, che allo stesso tempo ha le caratteristiche di un ortaggio, dal momento che mangiamo tutto il baccello, e non solo i semi. Le piante dei fagiolini fanno parte della varietà “mangiatutto”, proprio per distinguerle dalle varietà comuni da fagiolo, che vanno sgranate. Producono dei piccoli fiori bianchi molto caratteristici, a forma di campana, che si raggruppano in grappoli. Le malattie più comuni del fagiolino sono il mosaico, la virosi e la maculatura (il risultato in tutti e tre i casi sono macchie fogliari, striature e crescita stentata), e sono trasmesse dal seme, quindi evitabili con l’acquisto di sementi certificate o di piante geneticamente resistenti. Per gli insetti o gli afidi, se presenti, è invece consigliabile l’uso di insetticidi bio.

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Come coltivarli nell’orto e conservarli una volta raccolti

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Il bello di queste piante avviene quando sono ormai grandicelle, perché la semina è molto facile. Di solito preparo il terreno verso inizio aprile, posiziono i semi (quest’anno ho scelto la varietà “re dei burri”, ed è uno spettacolo!) a una distanza di qualche centimetro l’uno dall’altro e poi ricopro con la terra. Dopodiché uso un telo antighiaccio che posiziono sopra alla zona di semina e che mantengo fino a quando le piantine non sono alte una decina di centimetri, o comunque quando non c’è più una grande differenza termica fra la notte e il giorno. Ovviamente nel mentre bisogna innaffiare ogni volta che il terreno lo richiede, stando attenti a non bagnare le foglie (quando saranno presenti) se avete molto cloro nell’acqua.

Quando le piante raggiungono l’altezza di venti centimetri, vi consiglio di concimare e incalzare il terreno, in modo da sostenere la pianta perfettamente, dal momento che ha un fusto delicato che andrà a sorreggere poi un grande carico. Infine, vi è la raccolta, che vede una vera e propria esplorazione in più fasi dove bisogna togliere i baccelli gialli, spesso sommersi dalle tante foglie della pianta stessa, e quindi poco visibili.

La raccolta dura parecchi giorni, nel rispetto del diverso livello di maturità dei frutti. Dopo varie raccolte inizierete a notare che i fagiolini diventano vecchi e fanno, come si suol dire, “il filo”: significa che le due parti di baccello che si uniscono si presenteranno nel mezzo filamentose, e che quindi il frutto non sarà più buono come prima e risulterà pastoso.

Ma passiamo alla cottura! Una volta raccolti, bisogna poi pulire i fagiolini, togliendo con una forbice le due estremità senza esagerare, bastano pochi millimetri, e poi lavarli accuratamente. Una volta eliminata la terra, sono pronti per essere bolliti (circa venti minuti), o cucinati nella maniera che preferite.

Si possono anche congelare: basta scottarli normalmente in acqua bollente salata, fino al grado di cottura preferito, e poi metterli nei sacchetti per il freezer. Una volta che li scongelate, sono pronti da mangiare!

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A presto,

Laura Ravarotto

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Parisi Rizzo De Bianchi

Mi chiamo Parisi Rizzo De Bianchi e sono appassionato di scrittura.Ho scritto tutti gli articoli con passione e dedizione.

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