Gli effetti del Coronavirus nell’agricoltura

Se ne è parlato in lungo e in largo, e in queste settimane siamo diventati tutti consapevoli dell’impatto che il Corona Virus, detto anche Covid-19, ha avuto sulle nostre vite, cambiandole radicalmente. Ma cosa succede invece nel fronte dell’agricoltura? Quali sono le conseguenze e gli effetti che gli agricoltori hanno subìto? In questo articolo cercherò di mettere insieme tutti i pezzi e di dare una risposta a queste domande e di chiarire gli effetti del Coronavirus nell’agricoltura. Pronti? Iniziamo!

Il decreto del presidente del consiglio, emanato l’8 marzo e valido fino al 3 aprile dice chiaramente che le attività nel settore agricolo rimangono garantite, ovviamente tenendo conto delle giuste norme igieniche-sanitarie. La cosa era abbastanza scontata: i lavori in agricoltura devono seguire i loro ritmi, e un’interruzione repentina di questi può portare a una riduzione drastica della produzione e a sbagliate pratiche agronomiche. Vi avevo già parlato infatti in altri articoli di quanto sia importante rispettare i tempi delle varie preparazioni agricole, quindi potature, semine, sistemazione dei terreni, cura del bestiame e molto altro sono completamente ammessi!

In più e per fortuna tutte queste attività sono svolte sempre all’aria aperta, e senza il contatto ravvicinato fra tante persone. Quindi se anche l’azienda è grande gli aiutanti sono approvati, anche se la chiusura delle frontiere (ma anche le tante disdette date proprio dai lavoratori) penalizza i regolari braccianti stranieri che ogni anno arrivano dall’estero per lavorare nei campi, quindi si dovrà pensare a “italianizzare” il processo di raccolta e la manodopera, purché ovviamente si rispettino come sempre la distanza di un metro e ci si igienizzi spesso. Comprare sementi, agrofarmaci, mangimi, concimi e altro inerente al mondo dell’agricoltura è del tutto consentito, così come è ammesso consegnare i propri prodotti ai rivenditori o la vendita diretta nella propria azienda o al mercato.

Un settore invece molto colpito è quello dei fiori, che sta subendo un tracollo molto marcato. Non trattandosi infatti di prodotti alimentari e necessari, e per colpa del divieto a cerimonie, matrimoni, funerali e feste varie, i fiori ornamentali marciscono o muoiono, portando le aziende che li producono a un grave abbassamento delle vendite. Tra l’altro ci sono anche molti blocchi alle frontiere, ed è quindi difficile, se non impossibile, l’esportazione.

Inoltre, i prodotti italiani sul mercato estero stanno subendo delle grandi difficoltà in questo periodo, le aziende ricevono disdette degli ordini per colpa di una futile diffidenza alimentare che aggrava ancora di più la situazione, appesantita, come accennato prima, dalla quasi totale impossibilità di esportare. D’altro canto, però, sono aumentate le vendite di prodotti agroalimentari nei supermercati, però i ristoranti sono chiusi, e ciò comporta un’altra grave perdita di una fetta di mercato molto importante.

I prodotti a chilometro zero sono quindi molto consigliati, ora come ora che non ci si può muovere dalla propria città o paese se non per motivi lavorativi o urgenti, e quindi riscoprire la territorialità e i prodotti fatti proprio accanto a noi non è una brutta idea e aiuta l’economia. Tante sono infatti che campagne create per incentivare l’acquisto di prodotti territoriali made in Italy.

Insomma, per concludere ci sono tanti problemi, eppure il settore agricolo riesce a mantenere ancora una sua stabilità e in un modo o nell’altro riuscirà a riprendersi, anche perché ciò che produce l’agricoltura è necessario, sempre.

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Bene, spero di aver chiarito tutti i dubbi sugli effetti del Coronavirus nell’agricoltura, o almeno di aver risposto in modo chiaro alle domande più frequenti!

Laura Ravarotto

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Parisi Rizzo De Bianchi

Mi chiamo Parisi Rizzo De Bianchi e sono appassionato di scrittura.Ho scritto tutti gli articoli con passione e dedizione.

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