Curiosità e consigli per iniziare a coltivare il carciofo!
Sapevate che l’Italia è la prima produttrice mondiale di carciofi? Con i suoi 50000 ettari, la nostra penisola batte tutti i record nel settore (soprattutto al sud, dove le regioni regine dei carciofi sono Puglia, Sicilia e Sardegna, Campagna, Lazio, Toscana), una vera e propria leader nella coltivazione di questi ortaggi a fiore. Perché ho detto a fiore? La parte che viene consumata, è raccolta apposta prima della fioritura, e infatti ciò che mangiamo non è altro che un bocciolo che altrimenti si sarebbe aperto e avrebbe fiorito. Si raccoglie quindi quando il capo è ancora ben chiuso, altrimenti il sapore e la consistenza ne subiscono le conseguenze. Il carciofo è una pianta perenne, e quindi non muore mai, o comunque le sue radici sono in grado di dare origine a nuove piante in più cicli di produzione. È questa la grande caratteristica che la distingue dalla maggior parte degli ortaggi, che di solito hanno cicli brevi e meno “impegnativi”. I carciofi, infatti, entrano anche in dormienza vegetativa nel periodo estivo, un fatto che appunto non capita spesso nelle verdure! Se un tempo era apprezzata dai reali, è piano piano entrata nella quotidianità delle persone “comuni”, fino a diventare per molti irrinunciabile nelle tavole! Vediamo quindi le sue sue caratteristiche e come coltivarla al meglio!
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La riproduzione del carciofo
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La riproduzione della pianta può avvenire in due modi diversi. Da una parte abbiamo il metodo della propagazione vegetativa, dove non si coltiva per seme, ma si prelevano dalla pianta madre i giovani germogli, chiamati carducci se sono alla base della pianta (per le colture primaverili) o chiamati ovuli se sono invece prelevati dalla base del fusto (si tratta infatti di germogli ascellari, per le colture autunnali). Per avere i carciofi e iniziare la loro coltivazione, si può quindi far affidamento agli impianti vivaistici specializzati in piante da trapianto, per andare sul sicuro ed evitare malattie e per assicurarci anche un controllo specifico della provenienza. In poche parole, bisogna avere la certezza che le piante siano sane, con un protocollo di produzione specifico. Una volta avviata la carciofaia, se la propria produzione è sana è possibile ricavare il ricambio generazionale delle nuove piante direttamente dal campo! Il secondo metodo di propagazione vegetativa è quello per achenio, in questo caso quindi per via del seme, ma il metodo è utilizzato pochissimo, perché non dona grandi risultati dal momento che muta le varietà.
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Trapianto
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Il periodo di trapianto, è correlato al tipo di pianta che andiamo a utilizzare. Se utilizziamo i carducci (letteralmente si fa una scarducciatura di una carciofaia), che sono in pratica i “piccoli” del carciofo e si trovano alla sua base e hanno un anno di vita, il periodo di trapianto è primaverile o autunnale. Se invece si usano gli ovuli, il trapianto è solo estivo (da luglio ad agosto).
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Potatura
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Anche la potatura è importante, un’altra caratteristica particolare dei carciofi. Iper produttivi e in continua crescita, l’eliminazione dei carducci è già di per sé una potatura, ma anche i nuovi germogli o i tanti steli che crescono si possono eliminare, per far concentrare le energie della pianta sui fiori principali, per avere quindi una produzione ottima.
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Avversità del carciofo
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Le principali avversità dei carciofi sono rappresentate dal caldo troppo secco, che può provocare atrofia del capolino. Inoltre c’è il pericolo dei funghi, come il mal bianco o i marciumi del colletto. Si può intervenire con interventi irrigui ben calibrati. Se si parla invece di insetti, i nemici sono gli afidi e le nottue. Come intervento si parla in questo caso di prodotti appositi da distribuire, meglio se bio.
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A presto,
Laura Ravarotto
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