Coltivare l’actinidia: una pianta tutta da scoprire!
Quando si parla di kiwi, non posso fare a meno di pensare al nome della pianta, che è chiamata actinidia. Questo particolare non è forse conosciuto da tutti, ma è una delle tante “cose” originali che ci riserva questa pianta. Se anche voi in questo periodo state facendo incetta di kiwi, che siano verdi o gialli, un’idea potrebbe essere quella di coltivarli direttamente nel proprio orto o giardino e, perché no, organizzare un’area ombrosa estiva dove ci starebbe benissimo un tavolino pieno di sedie. Sì, perché l’actinidia ha uno sviluppo particolare, e il suo tipico portamento a L è perfetto per creare angoli relax freschi e verdi! Vi spiego tutto in questo articolo, pronti?
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Come iniziare a coltivare i kiwi
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La prima cosa da sapere è che non è possibile avere una sola pianta di actinidia, ma è necessario averne almeno tre, due femmine e un maschio, altrimenti non avrete produzione di kiwi. La particolarità sta nel fatto che queste piante hanno un sesso ben distinto, e c’è quindi distinzione tra le piante femminili, che sono quelle che producono fiori con le antere (gli organi sessuali maschili) atrofizzate, e si riconoscono perché hanno petali grandi e si presentano in grappoli distanziati; e le piante con i fiori maschili, in cui l’ovario (l’organo riproduttivo femminile) è abortito, e i fiori sono più piccoli e raggruppati tutti tra loro. È essenziale quindi la coesistenza delle due parti, motivo per cui non è possibile iniziare con un solo esemplare.
Da qui l’importanza della potatura, che va effettuata distinguendo le piante: prima si potano le piante femminili, mentre quelle maschili vanno sistemate dopo la fioritura. Si parte con l’eliminare i rami che hanno fruttificato l’anno prima, lasciando una decina di tralci nuovi con una quindicina di gemme ciascuno, eliminando poi tutto ciò che ingombra, è malato o troppo intrecciato.
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Le caratteristiche principali
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La caratteristica principale dell’actinidia è che è rampicante, e ha quindi bisogno di sostegno per svilupparsi: tipicamente si parte con un asta verticale e poi una orizzontale collegata, a formare una L rovesciata per aria, ma sono diverse le forme di allevamento, e tutte prevedono che i bracci che andranno a produrre siano sempre sollevati da terra e legati.
Se la fioritura si fa vedere a maggio, bisogna aspettare però fino a ottobre/novembre per la raccolta, quando il frutto raggiunge le dimensioni e i colori tipici, e matura.
L’actinidia è una pianta che ama essere molto irrigata, quindi grande attenzione perché il terreno non si secchi mai in estate.
Il bello dei kiwi è che sono frutti resistenti anche dopo che la raccolta è avvenuta, e possono durare mesi se mantenuti in un ambiente fresco. Insomma, da novembre li potete trovare sulla vostra tavola anche per molti mesi a seguire!
Da non tralasciare la concimazione, molto importante, perché la pianta ha molte esigenze in fatto di azoto, fosforo e potassio.
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La forza dei kiwi
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Il suo sapore a metà strada tra l’acidulo e il dolce è il marchio di fabbrica del kiwi, tra i frutti più ricchi di vitamina C, tanto che basterebbe un solo frutto al giorno per soddisfare completamente il nostro fabbisogno giornaliero di questa vitamina, che ha davvero un sacco di pregi. Per esempio, ha un ruolo importante per le ossa, ha un effetto positivo sull’influenza, riduce i radicali liberi, stimola le difese naturali e riduce il colesterolo. Questo piccolo elenco è solo una minima parte di ciò che la vitamina C contenuta nel kiwi può “azionare” nel nostro organismo. Niente male, vero?
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Alla prossima,
Laura Ravarotto
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